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R.C.U.

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Colite ulcerosa

Colite ulcerosa 

Quali sono i sintomi intestinali?

Il sintomo iniziale più frequente è la diarrea. Le feci sono poltacee o semiliquide, contengono muco e sangue e sono emesse principalmente nelle prime ore del mattino.

Altro sintomo frequente è il dolore addominale di tipo colico, può essere presente tenesmo, cioè il bambino che esegue ripetuti ed inutili tentativi ad evacuare che esitano solo in passaggio di muco e/o sangue. La mancanza di appetito, nausea e vomito possono essere sintomi di allarme poiché possono precedere la comparsa della malattia. La forma acuta può iniziare con diarrea o con un sanguinamento massivo, anemizzazione importante, disidratazione, perdita di peso, oppure con febbre elevata e brivido.

Come si fa la diagnosi?

 Gli esami di prima istanza sono esami di base che inquadrano lo stato generale del paziente ed in particolare lo stato nutrizionale e delle riserve di ferro, quali: emocromo completo, sideremia, transferrinemia, ferritinemia, proteinemia totale, il quadro proteico elettroforetico, la calcemia, la fosforemia e la fosfatasi alcalina. Nella fase iniziale acuta si può osservare aumento dei globuli bianchi, anemia sideropenica, ipoproteinemia. Altri esami servono per evidenziare l’entità dell'infiammazione. Essi sono: la VES, la PCR, le immunoglobuline sieriche; questi valori sono solitamente elevati nella fase acuta e possono essere utili per il monitoraggio della malattia.

 E’ importante eseguire esami su campioni di feci volti ad escludere una possibile causa infettiva di tale sintomatologia poiché circa  1/3 dei pazienti con diarrea ematica e sospetta MICI può avere una causa infettiva. Pertanto è necessario eseguire una coprocoltura allargata ed un esame parassitologico. Nell'ambito della diagnostica strumentale l'ecografia occupa un posto di primo piano grazie alla sua non invasività. Essa permette di localizzare la malattia, stabilirne le caratteristiche ed offrire informazioni circa le possibili complicazioni, quali ascessi, fistole e stenosi. 

L’endoscopia gioca un ruolo di primo piano nella diagnosi e terapia delle MICI.  Essa rappresenta l’unico metodo per ottenere campioni di tessuto per la valutazione istologica; conoscere la severità e l’estensione della malattia, dato necessario per scegliere tra le diverse opzioni terapeutiche; trattare le eventuali complicanze, quali sanguinamenti e stenosi; sorvegliare i pazienti per l’aumentato  rischio di cancro colorettale.

La ileocolonoscopia e la EGDS devono essere eseguite al momento della diagnosi a tutti i pazienti e dopo appropriata preparazione in base all’età, in anestesia generale o in sedazione profonda con analgesia.

Come si cura la Rettocolite Ulcerosa?

La terapia della Rettocolite Ulcerosa è stabilita sulla base dello stato di attività della malattia, dell’estensione e localizzazione della stessa, della modalità di somministrazione dei farmaci.

  • I 5-aminosalicilati sono i farmaci più comunemente utilizzati per il trattamento dei pazienti con malattia attiva lieve-moderata, che aiutano a ridurre l'infiammazione e possono essere assunti oralmente, in capsule da inserire nel retto (supposte) o attraverso un clistere (pompando liquido nel colon).
  • Steroidi, nel caso in cui gli aminosalicilati non producano effetto, agiscono in maniera simile e possono essere somministrati per via orale, topica o attraverso un clistere. L'uso prolungato degli steroidi tuttavia non è raccomandato , infatti nel momento in cui questi iniziano a rispondere al trattamento è opportuno bloccarne l'assunzione.
  • Immunosopressori vengono spesso utilizzati in sostituzione al trattamento con gli steroidi per ridurre gli effetti collaterali (diabete, aumento di peso, cataratta, glaucoma, assottigliamento della pelle, ecchimosi, debolezza muscolare). In genere iniziano a fare effetto dopo due, tre mesi di assunzione. Il problema degli immunosopressori è che non hanno effetto solo sul colon, ma sull'intero corpo e questo può portare al rischio di infezioni, per questo è assolutamente necessario contattare il vostro medico nel caso di infezioni, febbre o nausea.
  • Infimax somministrato per via endovenosa (flebo), lavora per localizzare una proteina chiamata TNF-alpha che il sistema immunitario utilizza per stimolare l'infiammazione. La flebo applicata al braccio per circa due ore deve essere ri-somministrata dopo due settimane e in seguito dopo sei settimane.

In caso di colite ulcerosa grave

Le complicazioni della Colite Ulcerosa sono: emorroidi, ragadi, perforazioni, fistole, stenosi e megacolon tossico. Nei bambini con uno dei segni di tossicità sistemica è obbligatorio effettuare una radiografia addominale. I bambini con megacolon tossico devono ricevere immediatamente consulto chirurgico.

Altre complicanze possono comprendere un ritardo dell'accrescimento ponderale ed anche staturale nei casi gravi, nefrolitiasi, amiloidosi, tromboflebite e miocardite.

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